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		12/5/2014 ● Cultura
Guglionesi deve ritrovare coesione sociale per essere Comunità
  Pietro Di Tomaso ● 1587 
        
        <<Come può svilupparsi il senso di Comunità all’interno di un contesto 
sociale caratterizzato da un tessuto relazionale sempre più disperso, 
frammentato, disgregato? Quali forme di partecipazione è possibile attivare?>> 
(Sono domande, queste, poste a base del Corso di Psicologia di Comunità alla 
Università G. D’Annunzio di Chieti). Essendo la Comunità un insieme di 
interazioni, è necessario rivolgere l’attenzione a più ambiti della vita sociale 
per ottenere risultati. Occorre solidarietà utilizzando strumenti volti ad 
alleviare il disagio finanziario delle famiglie, ponendo attenzione alla Cultura 
e alla creazione di lavoro. Inoltre, rispetto del contesto naturale ereditato 
dal passato che si vuole consegnare alle generazioni future. Da non 
sottovalutare poi <<il senso di appartenenza e connessione emotiva>>. A tal 
riguardo ecco alcune risposte verosimili di un cittadino: << In questo paese 
ci sono delle consuetudini e delle tradizioni che in genere si rispettano. 
Questo è un bel paese. Mi costerebbe andar via da qui. In questo paese ci sono 
alcune feste o ricorrenze che coinvolgono la maggior parte della gente>>.
Premesso quanto sopra, personalmente non milito tra quelli che, con il loro 
atteggiamento, preferiscono starsene sulla riva a vedere come andrà a finire. 
Quindi cerco di essere propositivo. Più volte ho fatto riferimento a Riccia 
dove, all’epoca, ho dimorato presso il Convitto ‘Francesco D’Ovidio’ e 
frequentato la terza media. Dico subito che non sono un fan dell’attuale 
Sindaco, Micaela Fanelli, ma non posso non registrare come il suo dinamismo 
abbia fin qui centrato molti obiettivi in favore della Comunità che amministra, 
rendendola più coesa. Il Comune di Riccia ha lo stesso numero di abitanti di 
Guglionesi ma non, a mio parere, le potenzialità della nostra cittadina. La 
politica sia sfida, sia coraggio, si riscopra la parola ‘Comunità’come contesto 
in cui si attualizza la vita quotidiana delle persone e delle loro relazioni. 
Cultura e conoscenza: è da qui che si costruisce una società e si investe sul 
futuro. Si renda più fruibile la Biblioteca; si istituiscano borse di studio per 
‘meritevoli e bisognosi’ delle scuole elementari e medie. Guglionesi sia più 
vivibile: la viabilità cittadina privilegi nell’ordine il pedone, poi 
l’automobilista. Si realizzino nuove aree di sosta e parcheggi; Il centro 
storico deve tornare ad essere il cuore pulsante della città. Si dia impulso 
alla riqualificazione urbana. Si promuovano le attività artigianali e 
commerciali. Attenzione per gli anziani, anche attraverso il potenziamento dei 
servizi domiciliari; consulta comunale dei giovani, che coinvolga le 
associazioni giovanili. Possibilità per gli anziani di integrare la pensione 
attraverso lavori socialmente utili come sorveglianza nei parchi e presso i 
plessi scolastici. Implementare l’inclusione degli stranieri nel tessuto sociale 
cittadino favorendo processi di integrazione. E poi, d’intesa con la Regione, 
sostegno all’agricoltura e miglioramento delle infrastrutture rurali. Per 
riprendere la strada della crescita e dello sviluppo – scrive Alessandro Bianchi 
su Europa - <<un buon punto di partenza può essere il Piano di primo 
intervento per il Sud basato su alcuni dei principali motori di sviluppo, che la 
Svimez ha proposto già dal Rapporto 2013 sull’economia del Mezzogiorno>>, 
ossia: la riqualificazione urbana, il potenziamento delle infrastrutture di 
trasporto e di comunicazione e molte altre attività che ricadono nel campo della 
“green economy”. La politica del territorio sia improntata ai principi 
ambientali sostenibili e si salvaguardi il paesaggio nella consapevolezza del 
suo valore aggiunto.
Infine, il turismo Slow di cui ho già parlato in un precedente articolo. La 
settimana scorsa sono stato a Tolfa in provincia di Roma, una cittadina che ha 
più o meno lo stesso numero di abitanti di Guglionesi e dista dal mare circa 12 
Km. Il comune ha aderito alla rete di “Cittàslow International”, come la nostra 
vicina Termoli. Ebbene Tolfa, in due anni e mezzo di lavoro certosino, ha 
ottenuto l’adesione al network (e alle sue opportunità). Essere in rete vuol 
dire scambiarsi esperienze, cultura, materiale, buone pratiche, progetti. 
Piergiorgio Olivetti, direttore Cittàslow International ha chiarito il concetto 
di slow: <<Una città che si mette allo specchio e senza tradire il suo 
passato guarda al futuro, facendo scelte che non portino desertificazione 
sociale o culturale, che rispecchino la vocazione del territorio, come quella 
naturalistica, senza disdegnare l’uso della tecnologia, anzi applicandola>>. 
Raoul Daoli (Sindaco di Novellara) ha dichiarato: <<Cittàslow è un posto dove 
il Comune finanzia un progetto pensato e promosso da giovani, che diventa 
aggregazione per tutto il paese>>. Concludo dicendo: giovani, se ci siete, 
battete un colpo! Proponete idee per il futuro di Guglionesi, indicate obiettivi 
ambiziosi su cui mobilitare le energie della cittadina. Certo, i soldi sono 
pochi ma, come sottolinea il grande economista e filosofo Amartya Sen : <<c’è 
la lezione di John Maynard Keynes: in periodo di alta disoccupazione e bassa 
domanda, l’ultima cosa da fare sono i tagli alla spesa pubblica. Non possono che 
peggiorare la disoccupazione giovanile>>. La speranza è che la 
rappresentanza degli Enti locali nei loro rapporti con lo Stato centrale riesca 
ad invertire la tendenza in atto così da assicurare nuovi flussi finanziari ai 
Comuni per progetti ben finalizzati.
