Aggiornato:
3/6/2014 ● Caro Direttore
Recuperare il senso di comunità-paese
CARO DIRETTORE.
la istituzione di un premio annuale in onore di Corrado Gizzi collegato con i
tradizionali festeggiamenti del Santo Patrono è stata un’ ottima iniziativa.
Significativa, utile ed importante. Un modo originale per riconnettere l’opera
monumentale ( fatta di decine e decine di pubblicazioni, promozione di mostre
pittoriche e scultoree, ecc) del professor Gizzi con la sua città natia:
Guglionesi. Rispettosa, nel contempo, dei sentimenti profondi che legavano
Corrado e Guglionesi attraverso la figura di Sant’Adamo. Il premio annuale può
diventare una efficace veicolo di conoscenza tra i giovani( e non solo !!) della
figura di Corrado Gizzi. Come grande studioso e come esempio di virtù umana e di
‘amore verso le proprie radici’.
Un plauso a chi ha voluto ed organizzato la manifestazione. La parrocchia ed il
comitato sant’Adamo. L’amministrazione comunale e l’assessore alla cultura.
Alcune personalità che da anni profondono un sincero impegno verso il recupero e
la valorizzazione della nostra identità. La famiglia e la signora Lina che
infaticabilmente continuano ad onorare la passione autentica per la promozione
culturale che muoveva ed ispirava Corrado.
Nel convegno ‘sapere aude’ del 31 maggio illustri ospiti hanno associato il
ricordo di Corrado Gizzi e delle sue opere alla esortazione a diffondere e
valorizzare le sue opere come risorsa per il futuro.
Non è mancato chi ha fatto giustamente rilevare che sul tema della
valorizzazione del patrimonio culturale ( dentro il quale va certamente
ricompreso anche la vasta e pregevole produzione di Gizzi) é l’intera politica
nazionale che deve svegliarsi dal torpore.
Infatti, è bene ricordare che l’Italia possiede il 60/70% di tutto il patrimonio
culturale mondiale, dislocato nelle grandi città d’arte e nella migliaia di
Borghi, inserito nella cornice di un paesaggio irripetibile ed unico nella sua
variegata bellezza e di eccellenze della tradizione enogastronomica che ne
completano e ne esaltano il valore. Circostanza che fa della risorsa cultura ed
un suo utilizzo intelligente ( conservazione e valorizzazione) una delle strade
( obbligatorie?) per ri-pensare lo sviluppo civile ed economico della comunità
nazionale. Ed, aggiungerei, anche di Guglionesi.
Cultura-paesaggio- enogastronomia. Un continuum irripetibile e non ‘delocalizzabile’.
Su cui far leva per costruire un modello di sviluppo alternativo e sostenibile.
Valorizzare “ciò che possediamo” e ciò “ che sappiamo fare”. Un paradigma per un
‘idea altra di sviluppo. Non distruttivo ed auto-sostenibile.
Una grande sfida da raccogliere. Anche noi come paese-comunità. Per evitare di
essere risucchiati nel gorgo della ‘inconsistenza ’ diventando “un anonimo
quartiere periferico di Termoli”. E riconquistare, nel contempo, un ruolo
dinamico nel contesto territoriale. All’interno di questa prospettiva la figura
di Corrado Gizzi potrebbe, se ben valorizzata, costituire una delle possibilità
( certamente non l’unica) gravide di potenzialità.
Mi permetto di ‘ricordare’ ( con leggerezza e quasi sottovoce) che lo stesso
professore più volte manifestò il desiderio di dare un contributo fattivo in tal
senso.
La donazione dei ‘quadri’ ( oltre cento) per allestire una pinacoteca civica e
la elaborazione di un catalogo da affidare ad un critico d’arte fu una sua idea.
Risalente ad oltre 7 anni.
La decisione del Consiglio comunale di intitolare il polo culturale (
allestito nell’ex-convento dei Cappuccini ) al suo nome fu un’anticipazione
dell’idea di creare sinergie non occasionali tra la figura di Gizzi e
Guglionesi. Utilizzando quel luogo come ponte ideale di collegamento stabile.
A questo proposito , assieme a Corrado era maturata la convinzione che sarebbe
stato utile aderire alla fondazione della Casa di Dante. Strumento che avrebbe
garantito ( e potrebbe ancora garantire) un coinvolgimento diretto del
territorio di Guglionesi alle attività della medesima fondazione.
Il POLO CULTURALE “ C. Gizzi”. Un progetto incentrato sull’utilizzo dell’ex
convento dei cappuccini, dislocato nella cornice suggestiva della Villa
Comunale, come luogo di organizzazione e valorizzazione della cultura locale.
Un’idea suggerita all’amministrazione comunale dall’allora parroco Don Gabriele
Morlacchetti. Il progetto prevedeva infatti la allocazione, in un unico
ambiente, della biblioteca comunale, dell’ archivio storico, di un laboratorio
multimediale, del museo archeologico e della pinacoteca. Da non sottovalutare
che nei locali adiacenti ( di proprietà della parrocchia) ci sono gli archivi
storici parrochiali.
Il polo culturale ( parzialmente allestito solo nel piano terra sin dal 2004 ),
considerata la complessità della funzione da svolgere, fu affidata ad una
istituzione comunale con l’intento di coinvolgere le risorse della società
civile presenti sul territorio.
L’obiettivo della inaugurazione ufficiale una volta ultimato l’ allestimento del
museo archeologico e della Pinacoteca con un evento nazionale di lancio in
presenza degli artisti che avevano donato le opere ( anche questa fu un’idea di
Corrado) non fu raggiunto per la semplice ragione che nella primavera del 2008
non c’erano gli atti di collaudo dei lavori che avevano interessato i lavori di
completamento del restauro. Atti che vennero perfezionati alcuni mesi dopo.
Tuttavia, il progetto di organizzazione dinamica del polo culturale, ivi
compreso la modalità di gestione informata al principio di sussidiarietà, venne,
di fatto, abbandonato dalla nuova amministrazione. Allo stato l’immobile è
largamente sottoutilizzato. Il primo piano ‘ospita’ la scuola di musica. Giova
ricordare che il finanziamento ottenuto era finalizzato alla implementazione dei
servizi indicati. E ad oggi non risultano varianti approvate rispetto le
previsioni.
Ma, nel contempo, sembra intenzione dell’amministrazione comunale allestire un
nuovo luogo dove allocare la pinacoteca. C’è da chiedersi: con quali risorse si
provvederà alla gestione?
Non è il caso, forse, di riconsiderare serenamente la possibilità di dare
finalmente attuazione al progetto originario. Utilizzando il principio di
ragionevolezza: prima di fare altre strutture è meglio utilizzare bene quelle di
cui si è in possesso.?
Quindi procedere con un piano di azione per:
a. trasferire il museo archeologico nella destinazione definitiva, restituendo
il centro l’incontro, di Piazza XXIV maggio, ai giovani ed alle loro attività;
b. allestire rapidamente la Pinacoteca ( recuperando il catalogo) utilizzando
tutte le pareti disponibili dell’ex-convento che risulterebbero largamente
sufficienti;
c. dislocare personale competente a costo zero ( utilizzando il personale
disponibile nell’organico comunale allo stato sottoutilizzato) per assicurare
un’offerta continuativa ed ordinata dei servizi legati alla biblioteca, alla
consultazione degli archivi storici, alla sala multimediale, al museo ed alla
pinacoteca;
d. attivare canali per accedere a fondi europei e nazionali dedicati alla
gestione innovativa di centri di cultura con una progettualità di qualità
diretta alla recupero ( come ricerca scientificamente fondata) ed alla
valorizzazione del patrimonio culturale locale.
Alla luce di queste considerazioni occorre riaprire un dibattito pubblico
uscendo dalle secche di posizioni pre-costituite. Cercando di liberarci dalla
logica, secondo la quale le ragioni stanno solo da una parte. La minoranza è
disponibile al confronto costruttivo per implementare soluzioni innovative.
Contribuendo a recuperare il senso di comunità-paese. Corrado Gizzi, sono
sicuro, ne sarebbe contento.
CLORIDANO BELLOCCHIO