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		22/8/2014 ● Cultura
Il bisogno di un Mo(li)sé
  Giuseppe Vaccaro ● 1733 
        
        Rileggendo il libro di Floris “Oggi è un altro giorno” (sottotitolato: La 
politica dopo la politica) ho trovato nel suo richiamo alle due figure bibliche 
di Noè e Mosè, in riferimento alla vicenda nazionale, molti punti di assonanza 
con la realtà regionale. Nell’anno appena trascorso, messo alle spalle il 
decennale diluvio universale rappresentato dal governo di un centrodestra teso 
solo a creare clientele per immediati ritorni elettorali - rispetto alle crepe 
sempre più evidenti in una collettività fiaccata persino nelle sue profonde 
convinzioni etiche e valoriali, frutto di una lunga tradizione di usi e costumi 
- speriamo che l’invocato e tanto atteso Noè abbia salvato il salvabile cercando 
di recuperare i fondamenti di una civiltà. Terminata la tempesta, si potrà dare 
finalmente inizio alla ricostruzione. Tutti i molisani si augurano che l’anno 
trascorso sia stato utilizzato per preservare dalla minaccia la ragione stessa 
di una regione la cui identità politica e costituzionale fu ottenuta grazie a 
lunghe battaglie parlamentari dai politici di allora, veri padri costituenti 
della ventesima regione. Speriamo che sull’arca non abbiano trovato posto i 
soliti furbi, coloro adusi a salire sul carro dei vincitori, i voltagabbana, i 
riciclati, i dissipatori di finanze pubbliche per clientele e prebende, coloro 
che cavalcano la bufera per ottenere vantaggi politici e che abusano del termine 
“bene comune” e, infine, i bugiardi che proclamano formalmente i valori solo in 
campagna elettorale, salvo poi disattenderli del tutto nel corso del mandato 
elettorale. Noè risponde al compito affidatogli da Dio, lo esegue e lo porta 
diligentemente a termine, salvo poi restare disorientato circa il successivo 
percorso da affrontare. In seguito ad un terremoto, nell’immediatezza, si rende 
opportuno mettere in sicurezza gli immobili, ma successivamente occorre 
progettare la ricostruzione. Ecce Mosè! Il personaggio biblico che “porta la 
responsabilità di un intero popolo e ha in mente una direzione e un progetto”. 
Da sottolineare come Mosè rinunci ai fasti garantiti dal Faraone per guidare il 
popolo israelita verso la Terra promessa, in una missione certo non facile, ma 
potendo contare sul sostegno di Dio. Ciò non vuol dire che si ha bisogno 
dell’uomo solo al comando, del pifferaio magico poiché, anzi, egli ha dalla sua 
parte una destinazione, la certezza delle difficoltà che lo attendono, ma 
soprattutto è investito della responsabilità di condurre un popolo, 
particolarmente difficile da guidare, alla meta tanto agognata. Nel Molise di 
oggi abbiamo senz’altro bisogno di un Mosè, ma pure di un popolo che sappia 
abbandonare le scorciatoie illusorie di una vita facilitata dagli opportunismi 
di sorta, poiché per vincere le difficoltà di una pesante crisi occorre il 
contributo di tutti, a partire da coloro che più degli altri sono animati da un 
sano spirito di sussidiarietà, che ha sempre caratterizzato la gente molisana 
prima del diluvio. Le ultime elezioni regionali hanno affidato al centrosinistra 
il compito di tirarci fuori dalla crisi, ma sinora è incerto il progetto così 
come il percorso. Ma è soprattutto la giusta valorizzazione del popolo che 
manca, verso cui si elevano a volte degli strali data la pressante richiesta di 
interrogativi sul proprio futuro: attenti alla riproduzione di illusori “vitelli 
d’oro”! Quando si passerà finalmente dalla politica dell’emergenza a quella 
della programmazione? … da Noè a Mosè per intenderci. Al vero politico spetta il 
compito non solo di risolvere problemi, ma anche e soprattutto di prevenirli. 
Per un governo che si richiama ai valori del centrosinistra, ad esempio, non è 
lecito politicamente indugiare sulla moratoria degli sfratti per gli alloggi 
popolari concessi a soggetti venutisi a trovare in particolari condizioni 
economiche, mentre si attarda a enfatizzare una visita istituzionale in un dato 
territorio regionale attribuendone un significato taumaturgico per la soluzione 
ai suoi problemi. In attesa di un vero Mo(li)sé, la speranza del popolo molisano 
è che emergano sempre più politici che interpretino il loro ruolo come la più 
alta forma di carità, e che si mettano all’angolo gli opportunisti, come ci ha 
suggerito il Papa in occasione della sua recente visita in Molise.
Giuseppe Vaccaro
