Aggiornato:
12/1/2015 ● Caro Direttore
Je suis Mohamed. Je suis Charlie
Caro Direttore,
ieri a scuola, il Liceo delle scienze economiche e sociali di Guglionesi,
abbiamo parlato degli avvenimenti di Parigi.
In classe ho due alunne di religione musulmana.
Erano molto risentite e contrariate per la notizia della chiusura delle moschee
di Padova ordinate, a loro dire, dal Sindaco della cittĂ . Oltre ad essere
indignate per le parole di Salvini.
Come non dare ragione a queste due giovanissime e brave allieve?
E come non sentirsi imbarazzati di fronte a scenari che annunciano divisioni e
razzismo xenofobo. Come si fa a mettere in un solo calderone persone ed
individui per il solo fatto di avere una stessa fede religiosa?
Non c'è bisogno di grandi approfondimenti per comprendere che la responsabilitĂ
è sempre personale. E Dio non c'entra nulla. E' evidente la speculazione
politica di chi vuol cavalcare la paura per ottenere consensi. E' triste e
preoccupante vedere leader politici nazionali che tendono di utilizzare
cinicamente azioni terroristiche per indirizzare le paure dell'opinione pubblica
contro tutti i mussulmani e contro gli ebrei. Il mito del nemico esterno per
riempire un vuoto di idee e strategia per dare risposte vere all'altezza di un'
Europa moderna e tollerante. Così come è accaduto nel periodo tra due guerre che
hanno preparato i campi di sterminio.
Je suis Mohamed. Je suis Charlie.