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		13/1/2015 ● Cultura
Il "diritto alla Vita" come condivisione umana dello "spirito di fratellanza"
  Luigi Sorella ● 1959 
        
        Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò 
e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “Tutti gli 
esseri umani nascono liberi ed eguali in dignitĂ  e diritti. Essi sono dotati di 
ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di 
fratellanza.”
L’indipendenza americana si introduce con il diritto alla “ricerca della 
Felicità” di ogni uomo (Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti 
d'America) “ (…) che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi 
sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi 
sono la Vita, la LibertĂ  e la ricerca delle FelicitĂ ; che allo scopo di 
garantire questi diritti, sono creati fra gli uomini i Governi, i quali derivano 
i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qual volta una 
qualsiasi forma di Governo, tende a negare tali fini, è Diritto del Popolo 
modificarlo o distruggerlo, e creare un nuovo governo, che ponga le sue 
fondamenta su tali principi e organizzi i suoi poteri nella forma che al popolo 
sembri più probabile possa apportare Sicurezza e Felicità (…)”. 
Il principio è insegnato a scuola.
La Costituzione italiana (art. 1) sostiene che l’Italia è “una Repubblica 
democratica, fondata sul lavoro. La sovranitĂ  appartiene al popolo, che la 
esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.” L’educazione civica è 
trattata a scuola.
La Costituzione europea è una sintesi di revisione dei trattati fondativi 
dell'Unione Europea.
Leggendo ogni formula di convivenza civica (Diritti umani, Costituzioni, etc.), 
c’è il “diritto alla Vita”, ovvio principio tra i credenti e non credenti nel 
"Diritto del Popolo", come condivisione umana dello “spirito di fratellanza” 
tra le varie culture.
