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16/6/2015 ● Caro Direttore
L'altro non esiste, se non come uomo-persona
Caro direttore,
le immagini strazianti di quelle persone che vogliono ricongiungersi con
familiari o trovare lavoro nella terre sparse dell’Europa del Nord ci dovrebbero
porre di fronte a dilemmi morali. L’occidente ( Noi ) che ha inventato i diritti
universali dell’uomo e parole gravide di conseguenze come libertà , uguaglianza e
fraternità diventate diritti naturali, che si auto-descrive come razionale,
democratica, logica, realista, attiva, non trova altro di meglio da fare che far
rimanere in stato di abbandono ( trattati quasi fossero rifiuti ) su una
scogliera anonima, esseri umani che cercano per lo più una vita più dignitosa.
Una cosa grave che richiama altri recinti ed altre follie del 900 che non vuol
passare.
Questa diseguaglianza, grazie alla quale alcuni stranieri sono esclusi dai
diritti civile fondamentali, è potenzialmente l’avvio di un processo di
riduzione di alcune categorie di esseri umani da persone a non- persone ( cosi
Alessandro Dal Lago).
Clandestini, irregolari, extra-comunitari. I termini, le parole usate per
definire esseri umani. Queste parole ci impediscono di riconoscerli come uomini
e ci mettono al cospetto “solo del ciò che non sono rispetto a noi: non sono
europei, non sono cittadini, non sono in regola, insomma non sono come noi†(
cosi, Pasquale Spina). Pertanto non possono avere gli stessi diritti. Un’
opacità linguistica che costituisce premessa ontologica che nega lo statuto di
persona a chi-non-è-come-noi. Individuandolo, appunto, come altro-da-noi.
Tracciando così un solco invalicabile tra Noi e gli Altri. Parole che ci evitano
‘cognitivamente’ i dilemmi morali derivanti dal trasformare le persone in
non-persone mettendo il silenziatore al fatto che in una società che si reputa
razionale e umanistica, non ci sia un regime giuridico universalmente
democratico.
La domanda: ma esiste l’atro? L’altro è un’invenzione operata dall’antropologia
che, com’è noto, nasce con l’ambizione di definire e spiegare la diversitÃ
umana. Una diversità incontrata a seguito delle sanguinose conquiste
dell’occidente che hanno accompagnato la distruzione di culture e grandi civiltÃ
del passato. Oggi molte cose sono cambiate nella riflessione filosofica ed
antropologica. Ma il cambio di paradigma maturato nelle accademie non si è
tradotto in senso comune e, tantomeno, in azione politica. Per questo forte è il
sospetto che l’altro è un invenzione ideologica che continua a far comodo per
creare consensi. Ma se l’altro, come negazione del diritto universale dell’uomo
e del cittadino, messo al servizio della conquista occidentale del mondo ha
funzionato una volta, oggi rischia di rivolgersi contro l’occidente stesso che
sta perdendo la sua anima.