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		19/12/2015 ● Agricoltura
Crisi dell'agricoltura meridionale: con la terra non si vive più
  Giorgio Scarlato ● 1578 
        
        La situazione, già critica da svariati anni, sta facendosi davvero 
irreversibile. 
Il mondo rurale, "quello degli inascoltati" da tutti, quello che vive di solo 
reddito agricolo è al collasso. 
L'insicurezza del reddito, da transitoria sta diventando perpetua perché di anni 
trascorsi in simil modo ne sono passati davvero tanti.
Le aziende muoiono ( i dati STAT ne sono la conferma) nella totale indifferenza 
istituzionale di tutti, senza che nessuno faccia davvero qualcosa. 
Un mondo, e cito un antico detto contadino che calza proprio a pennello, ancora 
attuale, ed è il caso di ricordarlo ai "tanti responsabili" che non vogliono 
sentire: "Abbandonato da Cristo e da tutti i Santi".
La terra non "produce" più reddito ma solo debito ed il "cafone" è privato della 
dignità del suo lavoro.
La realtà dura e cruda, mista a rabbia e delusione allo stesso tempo, è che 
nonostante ci si sacrifichi di più non si riesce a mantenere la stessa famiglia 
sotto il profilo economico, cosa che prima, con la medesima azienda, si riusciva 
a fare in modo egregio ed in tutta tranquillità.
Oggi, lavorare e non permettersi di portare a casa manco un reddito sufficiente 
per il sostentamento famigliare significa svolgere un lavoro fallimentare, da... 
"suicidio lavorativo".
Lavorare sodo per poi rifonderci.
E questo succede da tempo sia al Sud (di più), che al Centro e al Nord Italia.
Parlare quindi di clima di fiducia del comparto è davvero fuori luogo e chi lo 
afferma, certamente non lo conosce da vicino. I fatti sono ben diversi. Provare 
per credere. 
A fagiolo, una frase detta dall'ex Presidente degli Stati Uniti d'America, 
Dwight Eisenhower: L'agricoltura sembra molto semplice quando il tuo aratro è 
una matita e sei a un migliaio di miglia dal campo di grano".
I redditi odierni sono comparabili a quelli di cinquanta anni fa quando un 
chilogrammo di pasta fatta di ottimo grano duro costava la cifra di £ 150. Un 
quintale di grano duro ne costava £ 7000 - 7.500.
Con un quintale di grano se ne potevano acquistare circa 50 kg di pasta.
Rapportato ad oggi, un kg di pasta costa € 2,50; un ql di grano duro costa € 
25,00
Sempre con lo stesso quintale di grano, si acquistano solamente kg. 10 di pasta.
A chi legge le relative conclusioni.
Altro esempio calzante è il latte alla stalla a 30-35 cent/l e così, più o meno 
per qualsiasi altra derrata prodotta in Italia. Non cambia proprio nulla.
Questo non è più sostenibile.
Termoli, 19 dicembre 2015
Giorgio Scarlato
