 
Aggiornato:
 
		8/4/2016 ● Politica
Verso il referendum
 M5S Guglionesi ● 1520
  M5S Guglionesi ● 1520 
        
        Gentile Direttore, tra pochi giorni saremo chiamati ad esprimerci, tramite 
una consultazione referendaria, sulla volontĂ  di far proseguire le estrazioni di 
petrolio e gas nel mare (entro le 12 miglia dalla costa) fino ad esaurimento del 
giacimento (votando NO al referendum) o al massimo fino alla scadenza della 
concessione vigente (votando SI al referendum).
Qualche considerazione non possiamo esimerci dal farla dal momento che come 
meet-up locale riteniamo che i referendum siano strumento privilegiato di 
democrazia diretta e per essi andrebbe quindi sempre sostenuta la partecipazione 
da parte di tutti coloro che della parola democrazia si riempiono (spesso 
impropriamente) la bocca.
Purtroppo però in molti avranno la tentazione inconsapevole (o la volontà 
perseguita e consapevole) di boicottare la consultazione. Ci sarĂ  chi disilluso 
ed avvilito crederĂ  inutile recarsi al seggio dal momento che la volontĂ  
popolare (giĂ  espressa altre volte e per altri argomenti con lo stesso 
strumento) è spesso disattesa dalle scelte di una classe politica che da troppo 
tempo ormai entra in parlamento parlando dei problemi della gente per poi 
guardare e parlare esclusivamente dei propri problemi (quando non ne trova di 
nuovi e più redditizi) e difendere i propri interessi. E c’è anche chi, tramite 
menzogne di ogni sorta, sta cercando di boicottare la partecipazione popolare 
nella consapevolezza che l’unico modo per far vincere il “NO” al referendum è il 
non raggiungimento del quorum. E pensare che tra questi ultimi ci sono gli 
iscritti e tesserati del partito di maggioranza, il PD, lo stesso partito che, 
attraverso il governo, vorrebbe far scendere un velo di silenzio sulla campagna 
referendaria e che 5 anni fa lamentava, in occasione dell’ennesimo referendum 
sul nucleare, tacciandolo (giustamente) di antidemocraticitĂ  lo stesso 
comportamento del governo allora in carica, cercando di avallare, con 
giustificazioni del tutto analoghe (e rendendosi così ridicoli agli osservatori 
anche meno attenti) a quelle dei sostenitori del nucleare, le loro scelte.
Certo tra il PD e FI grandi differenze non ve ne sono (a tal punto che 
giustamente qualcuno li chiama Partito Unico) ed anche nelle circostanze esterne 
ai referendum, purtroppo per loro (ma anche per noi in questo caso), vi è una 
strana analogia. Infatti nel marzo 2011, a poca distanza dall’appuntamento 
referendario in Italia, vi fu un danneggiamento di una centrale nucleare 
giapponese che manifestò (al di là di quanto sostenevano i promotori e fautori 
del nucleare) la non assoluta sicurezza di tali impianti. Così in questi giorni 
a due settimane dal referendum “trivelle” giunge la notizia di un disastro 
ambientale sul fiume Loira proprio a causa di fuoriuscita di greggio da un 
impianto di estrazione. La realtà è sempre più grande e non si lascia 
imprigionare dagli schemi (il)logici che vorrebbero affibbiargli.
Ma affinché non si lasci adito ai nostri detrattori di chiamarci gufi per quel 
che diciamo e per la realtĂ  che vediamo, elenchiamo di seguito le ragioni che ci 
spingono convintamente a votare “SI” (invitando i suoi lettori a fare 
altrettanto):
1) Se è vero che su 48 piattaforme interessate solo 9 estraggono petrolio e le 
restanti gas, è anche (e soprattutto) vero che la chiusura (a scadenza 
dell’autorizzazione e non subito) di tali piattaforme non produrrà alcuna crisi 
energetica poiché già attualmente il nostro fabbisogno di gas e petrolio è 
coperto per il 90% dall’estero (e per quanto riguarda il petrolio le piattaforme 
interessate rappresentano lo 0,8% del nostro fabbisogno);
2) L’esito del referendum (ed in particolare la vittoria dei “SI”) non sarà 
causa di crisi occupazionale (come falsamente qualcuno cerca di insinuare) in 
quanto le concessioni in essere resteranno valide fino alla loro attuale 
scadenza (le prime delle quali nel 2022), quello che non sarĂ  possibile fare 
sarà il rinnovo delle concessioni fino all’esaurimento del giacimento;
3) Anche se nelle acque italiane, a causa di queste piattaforme, non è mai 
successo nulla, è innegabile che il rischio di incidente c’è (checché ne dicano 
i falsi rassicuratori) e prolungare fino ad esaurimento del giacimento 
l’autorizzazione a trivellare significa solo prolungare tale rischio;
4) Se è vero che l’Italia dipende ancora dal gas e dal petrolio per i propri 
consumi energetici, è pur vero che la dipendenza dagli idrocarburi sta 
diminuendo a favore delle energie rinnovabili e la vittoria del “SI” al 
referendum sarebbe un segnale forte della volontĂ  popolare di puntare ancor piĂą 
su tali energie in grado di creare molto piĂą lavoro delle stazioni di 
estrazione.
E sorvoliamo sulle notizie di cronaca giudiziaria e di corruzione che in questi 
giorni stanno interessando membri autorevoli del governo e che mostrano quanto 
chi ci governa non lo fa guardando al nostro bene, ma a quello di amici e 
parenti e, forse, ai finanziatori dei loro partiti.
Quindi: 
Noi voteremo “SI” ….
I nostri genitori voteranno “SI” ….
I nostri parenti voteranno “SI” ….
Alcuni nostri colleghi voteranno “SI” ….
Noi stiamo informando tutti, fatelo anche voi…il 17 aprile andiamo in massa a 
votare e votiamo tutti “SI” per dire no alla distruzione del nostro bellissimo 
mare. 
MEET-UP GUGLIONESI
