BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


13/1/2018 ● Cultura

Nadia Urbinati, Professore alla Columbia University: Post degli amici (Facebook)


  Pietro Di Tomaso ● 1051


Oggi nella rubrica “Post degli amici” Nadia Urbinati precisa: <<chi è responsabile del “suicidio” della sinistra in Lombardia se non chi ha scelto di candidare Gori ? Non c’erano altri candidati ? Il Segretario del pd sa che i simboli sono un fattore politico importante ? E Gori è un simbolo del berlusconismo. Qui sta la causa del “suicidio” non in chi rifiuta di ignorare chi cosa simboleggia Gori>>. Ferfettamente d’accordo da parte di chi scrive queste note.

Sempre nella rubrica “Post degli amici” (Pietro Di Tomaso < Fuoriportaweb, 10 dicembre 2016) si può leggere: “Purtroppo la sinistra sta scivolando dalla social-democrazia al social-liberismo” (così Anne Hidalgo, sindaca della capitale francese). <<I valori principali della sinistra autentica – sottolinea Eugenio Scalfari – sono quelli dell’eguaglianza, della libertà e della dignità. Il resto è trasformismo, privilegi, clientele, malaffare. Oppure autoritarismo se non addirittura dittatura: uno comanda, gli altri obbediscono… >> (cfr. Repubblica, 18 ottobre 2015). Molti del Pd restano renziani e dicono che quella di Renzi è la sinistra moderna. Ciò detto, a mio avviso Renzi è un neo-liberista. Preliminarmente occorre un chiarimento. Il liberalismo viene spesso confuso con il liberismo; diciamo dunque con il professor Giovanni Sartori che il ‘liberalismo’ è nozione politica e il ‘liberismo’ è nozione economica. Tutti i testi del liberalismo non hanno niente a che fare con la libera concorrenza e la libertà di fare quel che si vuole in economia. In ultima analisi, è la distinzione tra sistema politico liberale e sistema economico liberista, ma soprattutto “di mercato” – che risulta fondamentale – “Guai a non farla” ammonisce Sartori. Premesso ciò, personalmente trovo delle contraddizioni rispetto a quanto sottolineato da Renzi nell’ambito della sua rilettura di Bobbio. <<La sua revisione a trecento sessanta gradi della filosofia dell’eguaglianza sulla quale Bobbio aveva costruito la dicotomia e, in conseguenza di ciò, la ridefinizione della coppia destra-sinistra. Oggi – scrive Nadia Urbinati – il liberalismo (a detta di Renzi) è nelle cose. La nuova sinistra deve ripartire da qui, da quel che c’è per andare avanti: e quel che c’è è appunto il lascito liberista dal quale non si può prescindere>>. Insomma, la solidarietà giunge quando gli individui cadono. <<E’ una prospettiva – sottolinea Urbinati – che non fa centro sull’eguaglianza delle opportunità ma su una base di energia personale in una lotta quasi darwiniana per salire su, per non essere ‘ultimi’, per vincere>>. In verità il merito se dissociato dall’eguaglianza delle opportunità <<che il mercato non crea spontaneamente, esso diventa un passaporto per l’affermazione di chi si trova già in condizioni di vantaggio>>.

Il filosofo Salvatore Veca interpreta il concetto di eguaglianza nel solo modo a essa compatibile, come eguaglianza delle opportunità. La quale, a sua volta coerentemente con le posizioni di fondo del socialismo liberale, deve caratterizzare l’agenda politica delle forze progressiste per “mirare a rendere eguale o meno diseguale il valore che la libertà ha per le persone”. Rileviamo da ultimo che Renzi ha ricevuto un dispiacere da chi ha votato sul referendum costituzionale, dicendo NO alla riforma Boschi.

Concludendo, c’è da dire che la sinistra deve ritrovare il suo popolo. Come sottolinea Salvatore Veca, abbiamo bisogno di lavorare a una concezione europea della giustizia sociale. “Compito ineludibile tanto quanto, di questi tempi, maledettamente difficile”.





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