BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


21/4/2022 ● Politica

Ritrovare le ragioni per unire le migliori energie

"Ogni paese ha la classe dirigente che si merita".
Il paese è in piena crisi perché manca una classe dirigente con una visione adeguata e rispondente alle necessità.

  Gianfranco Del Peschio ● 1555


Caro Direttore,
nelle ultime settimane due episodi mi hanno indotto a delle riflessioni sullo scollamento tra Paese reale ed il Consiglio comunale.

Il 1° episodio. La denuncia di un concittadino preoccupato per lo spopolamento e la ripresa dell’emigrazione, il degrado paesaggistico-ambientale e la disgregazione del tessuto sociale che segnalano una spirale di decadenza dovuta (a suo dire) dalle disfunzioni ed inefficienze di chi ha governato. Un grido di dolore rivolto a tutti, ai governanti attuali e del recente passato, ai cittadini-votanti, ai partiti ed alle associazioni, nella speranza si prenda coscienza e si ponga rimedio. Come non essere d’accordo?

Il 2° episodio. L’ultima seduta del Consiglio comunale sospeso per consentire all’ex-segretaria comunale di fare un saluto che invece si è trasformato in un teatrino surreale per dire, ai presenti, che “non è stata cacciata dal Comune di Guglionesi… con tanto di dimostrazione documentale”.

Non è dato accertare se voleva sanare una ‘ferita narcisistica’ o proporsi di fatto come ‘capo’ della ‘nuova opposizione’ che, sotto mentite spoglie, risulta svolgere da diverso tempo.
Ma di una cosa siamo certi: la sua presenza e lo stile di direzione usato (negli anni in cui è stata responsabile di ‘quasi tutto’) ha creato disastri organizzativi e sociali che con fatica si sta cercando di porre rimedio.

Sulle reali motivazioni della fuoriuscita della (costosissima!) ex-funzionaria comunale davvero importa a pochi. Ma, in ogni caso, si è trattato di una triste e patetica imitazione (mal riuscita) di ‘sceneggiata napoletana’ che non doveva essere consentita in un Consiglio Comunale trasformato in un caravanserraglio.

Ma, tornando al punto che preme di più, mi sono andato convincendo che tra ‘ la decadenza ‘ (denunciata dal nostro concittadino) ed il degrado del dibattito pubblico c’è un nesso stretto.

Da una parte, abbiamo la sofferenza e la preoccupazione della famiglie, delle piccole imprese locali, dei giovani stretti nella morsa di una crisi decennale cui si aggiungono gli effetti ‘nefasti’ della pandemia e della guerra.

Dall’altra i rappresentanti del popolo che dovrebbero essere impegnati a risolverli, ma parlano d’altro impegnati in una sfida muscolare (a dire il vero per iniziativa propagandistica di parte delle minoranze) che ha come unico scopo la delegittimazione dell’avversario nella speranza di improbabili ‘vittorie’ ottenute con improvvisate ‘somme algebriche’. Uniti nello sperare il peggio per promettere il meglio.

In mezzo, la limpida presa di posizione del nostro concittadino che dovrebbe richiamare tutti al dovere ed alla responsabilità di operare per il bene comune. Essa è l’espressione di una delusione profonda contro la rappresentanza.
Purtroppo però, vorrei aggiungere, che quanto sta accadendo era prevedibile. Lo invito a leggersi il programma di Comunità e Futuro. Un programma che conteneva una diagnosi e delle soluzioni che, purtroppo, risultano ancora attuali. La pandemia e la guerra hanno solo aggravato una situazione già molto critica.

Ma il punto era ed è uno: Guglionesi soffre per la mancanza di consapevolezza dei problemi e la manifesta incapacità, da parte di chi dovrebbe, di porre in essere soluzioni adeguate.

Cosa aspettarsi da chi ha posto in cima del proprio programma l’impegno per: ‘ dare una casa ai cani’ ed organizzare un sistema di raccolta degli escrementi (par carità certamente utili) o per organizzare punti di prelevi sanguigni (che come è noto non è di competenza comunale)?

Nessuna parola sulla crisi sociale e delle attività commerciali ed artigianali, già in atto nel 2018. Sul decadimento dei servizi pubblici. Sulla grave sottoutilizzazione dei luoghi della cultura e della socializzazione positiva. Sui giovani che ricominciavano ad emigrare o a stazionare nella condizione dei neet. Sulla denatalità e l’invecchiamento della popolazione.

Disse una volta un grande giornalista “ogni paese ha la classe dirigente che si merita" e se noi da mezzo secolo abbiamo sempre gli stessi problemi è segno che noi li alimentiamo o li tolleriamo o ci campiamo dentro bene. Io a differenza del grande giornalista sono più ottimista.

Guglionesi ha in sé le forze per invertire significativamente il verso delle cose ma occorre ritrovare la ragioni per unire le migliori energie e la coerenza necessaria per mettere in campo una squadra di persone competenti e disinteressate. Unite da un programma realistico finalizzato a realizzare il bene comune.

L’esperienza degli ultimi anni ci ha mostrato che non ci si improvvisa, l’amministrazione comunale è una cosa seria ed impegnativa. Funziona con delle tecnicalità di cui occorre essere in possesso.
Il Comune non può diventare un luogo da usare per sconfiggere la noia del pensionato, per realizzare improbabili ambizioni dei tanti personaggi in cerca d’autore o peggio per ‘fare i propri interessi’ familiari e personali. Il tutto in barba al paese.

Si è proprio così: il paese è in piena crisi perché manca una classe dirigente con una visione adeguata e rispondente alle necessità. Ecco il nesso tra le due cose: dramma e ‘sceneggiate’ sono le due facce della stessa medaglia.

GIANFRANCO DEL PESCHIO
Gruppo Comunita’ e Futuro





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