BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


21/10/2008 ● Cultura

La svolta gollista di Gianfranco Fini


  Filippo Salvatore ● 1926


Ci sono voluti 65 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, ma finalmente è nata la destra democratica italiana. La dichiarazione fatta da Gianfranco Fini il 13 settembre 2008 alla Festa di Azione Giovani di Alleanza Nazionale a Roma, costituisce una ‘coupure épistémologique', per dirla con Michel Foucault, per la destra italiana. In cosa consiste la linea di demarcazione irreversibile, lo spartiacque storico, ‘la svolta gollista', come preferisco definirla, del capo di Alleanza Nazionale? In queste parole:
‘ Chi è democratico è antifascista. E perché le tre parole d'ordine cui si richiama la nostra destra sono libertà, uguaglianza e giustizia sociale, è chiaro che non si puo' non ricusare chi (Mussolini ndr) in primo luogo soffocò la libertà e poi arrivò a produrre aberranti leggi razziali sostenendo che un uomo era uomo più di altri per costituzione genetica'. Mussolini aveva infatti definito il suo regime nel 1925 con tre appellativi.
La nuova destra in cui Gianfranci Fini si riconosce è diversa da quella espressa dal MS e, dopo il suo discorso di Fiuggi,da AN. È una destra antifascista che accetta i valori di libertà, uguaglianza e giustizia sociale contenuti nella Costituzione della Repubblica Italiana, una destra come possono essere i conservatori nel Regno Unito, in Canada o in Australia o i gollisti in Francia.
Il 13 settembre scorso Fini ha tagliato nettamente, in blocco, gli ancoraggi al Ventennio fascista, mettendo da parte la logica prevalsa nel revisionismo storico degli ultimi anni che sceglieva quello che andava assolto e condiviso e quello che andava condannato. ‘ I resistenti stavano dalla parte giusta, i repubblichini dalla parte sbagliata': giudizio lapidario, di portata storica, irreversibile. Giudizio, quello di Fini, agli antipodi di quello espresso l'8 settembre a Porta San Paolo a Roma, - luogo simbolico e deputato della rivolta popolare italiana contro le truppe di occupazione tedesche - dal Ministro della Difesa Ignazio La Russa e dal sindaco di Roma Gianni Alemanno.' Farei un torto alla mia coscienza - aveva detto La Russa - se non ricordassi che altri militari, come quelli della Nembo dell'esercito della RSI, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della Patria". Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, dal canto suo, in una intervista ad un quotidiano aveva dichiarato che ‘ il male assoluto non fu il Ventennio' bensì ‘ le leggi razziali: furono quelle a segnare la fine della politica del fascismo.
Le dichiarazioni di La Russa e di Alemanno hanno creato un putiferio.Decise le condanne del leader del PD Walter Veltroni, che si dimette in segno di protesta dal Comitato per il museo della Shoah, nei confronti di Alemanno. Altrettanto chiara la reazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che chiede di ricordare la Resistenza ‘nella sua interezza' alle parole del Ministro LaRussa. La reazione che forse suggella meglio l'opposizione ai tentativi di riabilitare il regime di Mussolini e la Repubblica Sociale Italiana è stata quella del presidente dei senatori PD Anna Finocchiaro che ha dichiarato : ‘ ... Non esistono un fascismo buono e uno cattivo. È la natura stessa di quella dittatura ad essere incompatibile con i valori della democrazia e della Repubblica'.
Dopo soli cinque giorni dopo le dichiarazioni di La Russa e di Alemanno arriva anche il discorso di Gianfranco Fini che è un colpo di mannaia reciso, che spazza via ogni legame di continuità con il Ventennio, con la sua ideologia antidemocratica e con i suoi simboli, i suoi labari e gagliardetti. Ci fu buona fede o senso del dovere in tanti giovani che combatterono per la Repubblica di Salo', ammette Fini, ma bisogna evitare di confondere un fotogramma accettabile con il film. Ed il film ‘ se si è intelletualmente onesti' e non si vuole occultare la logica della storia ha dimostrato che ‘ Il fascismo fu dittatura ... e non si puo' equiparare chi stava da una parte e combatteva per una causa giusta e chi stava invece dalla parte sbagliata. Sono dati fattuali, c'è una verità storica'. Parole queste che non ammettono fraintendimenti. Hanno la valenza semantica di un epitaffio storico. E, a guardar bene, sono il punto di arrivo nel ripensamento politico di Gianfranco Fini dopo il suo discorso di Fiuggi, dopo il suo giudizio negativo su Mussolini e dopo il suo omaggio alle vittime dell'olocausto al mausoleo di Yad Vashem durante la sua visita in Israele a novembre del 2003 e dopo il divorzio ideologico con Francesco Storace, segretario del partito La Destra. Interessante a questo riguardo il ripensamento anche di Daniela Santanché, candidata per la Destra a premier alle ultime elezioni nazionali.Ella ha rotto con Storace e si è avvicinata al PdL per ‘ non rimanere confinata in un'area di estremismo extra parlamentare di vago nostalgismo'.
È evidente, se si tengono presenti tutti questi tagli con la ideologia di matrice neo-fascista, che le parole di Gianfranco Fini vanno viste come un taglio epistemologico, uno spartiacque storico, come la sua ‘ svolta golista' .Egli è giunto a dare dopo diversi decenni di auto-giustificazione di matrice fascista una interpretazione post-ideologica, oggettivamente storica, degli avvenimenti occorsi in Italia dalla metà degli anni Venti alla metà degli anni Quaranta nel ventesimo secolo.
Qual è il parallelo da tracciare tra l'atteggiamento di Gianfranco Fini e quello di Charles de Gaulle? Dopo la sorprendentemente breve ed ignominiosa sconfitta dell'esercito francese e la creazione del regime fantoccio di Vichy , Charles De Gaulle nel 1940 rifiuta di collaborare con il regime di Vichy e con il Maresciallo Philippe Pétain e si mette alla testa di una resistenza di destra che si allea agli anglo-americani e combatte al loro fianco sui fronti francese ed italiano. Cio' facendo ridà dignità ed onore al popolo francese ed alla fine delle ostilità riesce a ridimensionare il ruolo svolto dal maquis comunista. La Francia che aveva perso la guerra finisce così, grazie a de Gaulle, con l'essere vista come una delle nazioni vittoriose.
Charles de Gaulle riesce ad ottenere quello che il Maresciallo Badoglio avrebbe voluto ma non riesce ad ottenere. Il contributo militare dei badogliani, è stato indubbiamente molto più importante della resistenza armata dei partigiani. Ma sono i partigiani soprattutto di matrice marxista,che certo hanno svolto un ruolo utile, ma marginale, che assurgono al ruolo di eroi della sconfitta del regime mussoliniano.Registi come Roberto Rossellini con film come Roma Città Aperta o Paisà ed in genere tutta la cultura neorealista celebra l'antifascismo e crea per ragioni storiche contingenti mitologie collettive scaturite da una netta, inevitabile, dicotomica interpretazione tra dittatura e libertà.Per decenni, in un'Italia dominata culturalmente dalla visione nazionale-popolare di stampo gramsciano, buona parte della storiografia ha ingigantito il ruolo svolto dai partigiani, circondando di un'aureola il termine ‘partigiano'. Poi ci sono state le rivolte in Ungheria, in Cecoslovacchia ed in Polonia e c'è stata soprattutto nel 1989 e la Caduta del Muro di Berlino che ha una valenza storica tanto importante quanto la Rivoluzione Francese. La rivolta dei sans culottes in Francia porta a compimento il processo di conquista del potere della borghesia, mentre la riunificazione della Germania sancisce il fallimento del marxismo come modello di aggregazione sociale ed economica transnazionale del proletariato. La caduta del Muro di Berlino sancisce anche la nascita di fare politica in Italia ed in Europa in genere in un modo post-ideologico, dove quello che conta sono i risultati, l'approccio fattuale, empirico, pragmatico. Ed è a fatica che anche il vecchio PC si trasforma, grazie alla lungimiranza di gente come Occhetto e Dalema in particolare, nel PD di oggi, anche se remore del vecchio PC permangono, ancora pesanti, al suo interno. È questa la sua palla di piombo al piede. Parallelamente al trapasso da partito rivoluzionario marxista a social-democratico e riformista del PC, inizia e si afferma, grazie a gente come Gianfranco Fini, un ripensamento anche all'interno della destra italiana, sempre meno nostalgica e sempre di più proiettata verso il funzionamento democratico dello stato di stampo liberale.
Gianfranco Fini ha il merito di aver saputo leggere ed interpretare con intelligenza gli eventi politici internazionali degli ultimi tre decenni, di rimanere in sincronia con l'evoluzione storica, di aver capito che lo Stato italiano di oggi ha come base di funzionamento la democrazia e la libertà da cui la destra non può prescindere se vuole diventare una credibile espressione di governo. La memoria storica condivisa del popolo italiano non può quindi essere nostalgica ed avere come paradigma la dittatura fascista. Patriottismo si', ma non nazionalismo, perchè il nazionalismo di gente come Mussolini ed Hitler ha portato a intolleranza, guerra, morte. È in questa acquisizione di consapevolezza di sano patriottismo, ma di pericolo insito nel nazionalismo, che io vedo la ‘svolta gollista' di Gianfranco Fini. Charles de Gaulle ha fatto nel lontano 1940 un ragionamento simile a quello che Fini sta proponendo oggi al popolo italiano. Charles de Gaulle si era ribellato contro il collaborazionismo francese di Vichy per patriottismo, per far valere un sano principio etico contro il nazionalismo nazista.
Ce n'è voluto del tempo! Si dirà nel parlare di Fini. Certo, ma è meglio tardi che mai. Inoltre questo ritardo è dovuto alla retorica antifascista della sinistra ha impedito la naturale evoluzione del MS verso una destra democratica. I tempi sono finalmente maturi e Fini va lodato per volere e speriamo sapere far ‘corrispondere l'operato suo alla qualità dei tempi' per dirla con Niccolo' Machiavelli. Gli anziani di AN e gente come Ignazio La Russa e Gianni Alemanno farebbero bene a diventare alleati, non oppositori, di Gianfranco Fini. Rimane da vedere e sperare che egli riesca a imporre la sua ‘svolta gollista' all'interno del suo partito.Il suo radicale riposizionamento di prospettiva storica è la conditio sine qua non di una destra democratica italiana. Del tutto gratuiti- perchè espressione di un moralismo spicciolo e di una esplicita pregiudiziale ideologica - mi appaiono i dardi di ‘ democrazia demagogica', di ‘ richiami impliciti ma evidenti del futurismo, del dannunzianesimo,dell'irrazionalismo, del nazionalismo' lanciati contro Gianfranco Fini ed il legittimo governo di centro destra attualmente al potere in Italia, in un suo recente editoriale da Ezio Mauro ( La Repubblica 14 settembre 2008 ‘Democrazia e Fascismo ai Tempi della Destra').
Filippo Salvatore | Concordia University, Montreal | News ITALIA PRESS
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