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		20/4/2009 ● Cultura
Giù le mani dalla satira
  Pietro Di Tomaso ● 1647 
        
        "Tutti hanno diritto di 
manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni 
altro mezzo di diffusione ... "(Articolo 21 della Costituzione). Rischiamo 
la libertà d'informazione in Italia? Può la libertà d'informazione sentirsi 
tranquilla? 
Vittorio Emiliani, sul sito di Articolo 21.info (quotidiano on line per la 
libertà d'espressione), dice: "Se il cattivo giorno si vede dal mattino, temo 
forte che ogni trasmissione, tg o rete non precisamente gradita al governo e a 
chi lo guida sarà presa in Rai a spallate come sta avvenendo per la puntata di 'Annozero' 
che Michele Santoro ha dedicato al post-terremoto in Abruzzo (...). Per questa 
via, divenuta subito angusta, si va al restringimento del pluralismo 
politico-culturale che invece deve caratterizzare il servizio pubblico 
radio-televisivo. Richiamo e sospensione (di Vauro n.d.r.) hanno un inevitabile 
sapore di un cartellino giallo che presto può diventare rosso". 
Barbara Spinelli, su 'La Stampa', osserva: "Nei disastri c'è chi soffre, chi 
governa, chi racconta (messaggero nella tragedia antica, giornalista oggi) e chi 
indaga rammentando. Ogni ambito ha un suo dover-essere, una sua autonomia. Se la 
priorità per il messaggero sono i sofferenti, si racconterà tutto quel che essi 
provano: gratitudine ma anche rabbia, sollievo per i soccorsi e ira suscitata da 
uno Stato complice di speculazioni edilizie (...). Il giornalista nega se 
stesso, quando consente a mettere sullo stesso piano gli abusi dell'edilizia e 
gli 'abusi di libertà' di chi punta il dito su tali abusi: invece di vigilare, 
giustifica - per sè e i concittadini - lo stato d'eccezione". 
Ciò detto, chi volesse leggere un libretto di Moni Ovadia 'L'umorismo ebraico in 
otto lezioni e duecento storielle' scoprirebbe che la satira e l'ironia possono 
essere alimentate anche dalle situazioni più tragiche di dolore e di sofferenza. 
E ancora. Presso il Palazzo della civiltà italiana a Roma viene esposto 'Africartoon': 
la satira, termometro di libertà di espressione (18-21 aprile). 'Nigrizia' ha 
scelto di raccontare l'Africa attraverso le vignette satiriche dei suoi 
giornali, per conoscere alcune realtà di questo continente ed anche dare 
un'occhiata, attraverso i suoi disegni, anche al resto del mondo. La mostra 
offre un percorso ideale attraverso i principali giornali satirici per conoscere 
l'ironia e l'autocritica graffiante di autori africani che con le loro vignette 
hanno reso queste pubblicazioni un vero e proprio fenomeno sociale. I 
disegnatori africani, per il loro coraggio di osare, sono molto ammirati e 
rispettati dal loro pubblico e naturalmente meno apprezzati dalle classi 
dirigenti locali. 
Giù le mani, dunque, dalla satira. A volte può capitare di esagerare, ma una 
vignetta rientra nei canoni della libertà di espressione. Lo stile Santoro non 
sempre può piacere e personalmente trovo che talvolta le vignette di Vauro hanno 
un tratto troppo duro. Ma dalla constatazione di ciò alla censura, e 
all'esclusione dalla Rai, il passo ritengo sia molto grave. Per parte mia, 
sabato 25 aprile parteciperò alla manifestazione indetta dall'associazione Art. 
21 (presidente Federico Orlando, nostro conterraneo nonché prestigioso 
giornalista), insieme a quanti credono nei valori racchiusi nell'articolo 21 
della Costituzione. 
Termino questa mia breve riflessione ricordando quel che diceva Jefferson due 
secoli fa: "L'America sarà quel che saranno i suoi liberi giornali".
