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		15/7/2011 ● Cultura
“U Spusalezie”
  Adele Terzano ● 2488 
        
        Il 7 Giugno 2011, a chiusura dell’anno scolastico, viene data alle stampe la 
Commedia in due atti di Adele Terzano: “U Spusalezie”. La Commedia, in dialetto 
e in italiano, ha partecipato alla prima Rassegna teatrale regionale Bovajanom 
nell’anno scolastico 2009/2010 ed è stata rappresentata a Boiano dagli alunni 
dell’Omnicomprensivo di Guglionesi. Nel I Atto è dato alle scene uno sposalizio 
di altri tempi, quando i due fidanzati si conoscevano e si incontravano di 
nascosto, quando si facevano le serenate e il matrimonio era un vero e proprio 
contratto, stabilito dai genitori degli sposi. Alcune parti della Commedia sono 
state liberamente tratte dal libro di Giuseppe De Socio “Li fatta me”, in 
particolare, per quanto riguarda “A Serenate”, interpretata brillantemente 
dall’alunno Claudio Marolla e cantata dallo sposo Tommaso Colonna e dai suoi 
amici: Luca Bavota, Luca Basler, Antonio Strippa, Emanuele Vernacchia, Marco 
D’Antuono, Alessandro Desiderio, Matteo Senese, e “L’Endrate”, interpretata 
dalle consuocere Miriana Corvo, mamma della sposa, Francesca Saccomandi, e 
Antonella Romanelli, mamma dello sposo. La Commedia è intramezzata da canti 
popolari guglionesani, accompagnati alla fisarmonica da Camillo Ciliberti e 
diretti da Antonio Sisto: Nostalgia Guglionesana, Carmè, Rusenelle, Ndindalì e 
dal canto napoletano di Renato Carosone: “Ie, Mammete e Tu”. Nel II Atto è in 
scena lo sposalizio vero e proprio: la sposa che indossa l’abito nuziale in 
presenza delle amiche (Elena Sbardi, Irene Pace, Chiara Berchicci, Jusy 
Ciavarretta, Emanuela Di Biase, Laura D’Agata) e della sorella (Teresa Romanelli), 
il saluto della mamma della sposa che si dispera per la perdita della figlia e 
lancia i confetti dalla finestra, il corteo nuziale con i compari d’anello 
(Paola Giardino e Francesco Perrotta), la predica di Don Carlo (Alessio Russi), 
la poesia agli sposi recitata dalla piccola Claudia Sbardi e il lancio del 
bouquet. 
Al termine, la festa di ricevimento, con vassoi pieni di dolci tipici e di 
liquori verdi, bianchi e rossi, i brindisi agli sposi da parte degli amici 
(Marco Aceto e Fabio Di Cesare), il ballo degli sposi, avvinghiati dai 
coriandoli. 
Segue la nascita del primogenito, la dolce e antica ninna nanna cantata al 
bimbo, cullato dalla mamma e l’arrivo “da Guandire di cumbare, chiane de 
tajelene, de quadrettine, che quattre mazzetille de petresannele anì late, 
pertate a mene da na guajengelle”, Gaia Bellotti, accompagnata da “nu guajaune” 
Giuseppe Sabetta che porta una gallina legata ai piedi con un nastro celeste.
La rappresentazione magistrale della Commedia è valsa agli alunni il primo 
premio della Rassegna con la seguente motivazione: 
Per essere riusciti con un racconto organico a dare vita a uno spaccato della 
tradizione del proprio paese, riproponendo le scene salienti di uno sposalizio 
d'altri tempi, per l'appunto U spusalezie, commedia dialettale in due atti. Il 
ricorso all'uso del dialetto, prospettato con estrema disinvoltura e sicurezza 
espressiva oltre a valorizzare il patrimonio culturale del luogo, in cui la 
commedia felicemente sa colloca, dona alla rappresentazione verve, brio 
spontaneo e gioioso tale da renderla piacevolmente godibile, anche per il 
ricorso all'elemento musicale che la connota e accompagna -.”

