Aggiornato:
18/2/2013 ● Caro Direttore
Il cuore del problema
Cloridano Bellocchio ● 1456
Caro direttore
i prossimi 4 mesi saranno decisivi per la nostra comunità . Dai risultati
elettorali dipenderanno rispettivamente le sorti della nostra nazione, della
nostra regione e del nostro comune. Nel villaggio globale questi diversi livelli
risultano intimamente intrecciati.
Relativamente alle elezioni regionali, le candidature locali (Pasquale
Marcantonio candidato tra le file del PD in appoggio a Di Laura Frattura e Leo
Antonacci tra le file dell’UDC in appoggio a Iorio) sollecitano una qualche
riflessione metodologica e di merito circa le ragioni che dovrebbero (uso il
condizionale vivendo in una comunità dove talvolta il voto viene chiesto ed
accordato per motivazioni che poco afferiscono il bene comune!!) giustificare la
scelta del voto a favore di un candidato.
1. Un candidato dovrebbe chiedere il consenso sulla base di una esplicita
‘agenda’ concreta e fattibile tale da consentire la verifica ed il giudizio alla
fine del mandato;
2. ogni candidato è portatore di una storia (le cose fatte, le soluzioni trovate
ed applicate, i progetti realizzati, ecc) che l’elettore dotato di coscienza
critica dovrebbe utilizzare come ‘testimonianza viva’ e strumento di verifica
della sue capacità di contribuire coerentemente (sottolineo coerentemente) nel
perseguimento del bene comune;
Applicando tali parametri possiamo senz’altro affermare, nel nostro caso, che i
due candidati hanno scritto per stile, finalità e risultati conseguiti storie
politiche molto diverse. E questo un dato di realtà che dovrebbe essere noto a
tutti. Differenze che riaffiorano anche nei propositi programmatici annunciati e
resi espliciti nelle forme che ognuno ha ritenuto di utilizzare.
Marcantonio
Nell’intervento di presentazione della candidatura ha esplicitato una proposta
che intreccia intimamente il destino di Guglionesi con quello del territorio del
Molise Costiero. Ed il futuro di quest’ultimo alle intenzioni programmatiche del
prossimo governo regionale.
Partendo dal dato drammatico di una crisi senza precedenti che, nella nostra
regione ha colpito nel contempo il sistema delle PMI, e quello degli enti
locali, ha posto al centro dell’agenda la necessità di implementare un nuovo
modello di governance territoriale ed una nuova strumentazione istituzionale
finalizzata al ‘ri-avvio’’ della crescita di un’area territoriale, quella
bassomolisana, vocata allo sviluppo. Circostanza che, tra l’altro, aiuterebbe
l’intera regione a ri-trovare il suo volano naturale di crescita e sviluppo.
E’ evidente che Marcantonio ha toccato un punto fondamentale che rimette in
discussione il modello di governo regionale, il quale (nel lungo decennio della
pars-ioriana !!) ha evitato di creare un organico sistema di norme e di
incentivi nel senso della decentralizzazione verso il basso (gli enti locali ed
il sistema delle piccole e medie imprese) della gestione delle funzioni di
governo del territorio e del complesso delle infrastrutture di servizio in
generale. Mortificando, in questo modo, le forze sane e vogliose di crescita
sull’altare del controllo politico della distribuzione ed uso delle risorse
disponibili. Generando un sistema che se da una parte risulta largamente
inefficiente ed incapace di auto sostenersi, dall’altra si è mostrato una
micidiale macchina di consenso.
Dunque, la realizzazione dell’obiettivo di riscrivere le regole di funzionamento
dell’assetto istituzionale della regione implica l’avvio di un impegnativo
processo di riforma di cui il centro-sinistra dovrà farsi necessariamente
carico. Perché costituisce il cuore del problema Molise.
In altri termini di tratta di promuovere un’idea di sviluppo affidata alla
mobilitazione dal basso della società civile (piccole medie imprese, terzo
settore, cittadini, ecc) sostenuta da un’azione istituzionale da parte del
sistema degli enti locali secondo il principio di sussidiarietà .
Dunque, ciò che Marcantonio propone è l’ esatto contrario della logica
statalista e centralista (base strutturale del clientelismo usato come risorsa
diretta a creare consenso) fin qui utilizzata dai vari governi regionali, a
vocazione ‘ campobasso-centrica’, che si sono alternati nell’ultimo decennio.
Sono convinto, conoscendolo, che se sarà eletto s’impegnerà fino in fondo per
questa prospettiva.
Si tratta, d’altra parte, di un approccio in linea di continuità con un impegno
quindicinnale di sostegno alle politiche di sviluppo territoriali e alla
implementazione di nuovi strumenti di governance (Unione dei Comuni del Basso
Biferno, Riforma del Cosib , Euro-distretto adriatico, Piano sociale di zona,
sistema integrato dei rifiuti). Progettati attuati , nonostante l’ assenza di
normative e risorse finanziere della regione, dalle amministrazioni comunali di
centro-sinistra in concerto tra loro.
L’impegno esplicito è quello di riprendere il filo del discorso spingendo verso
il superamento di quell’insana intesa trasversale e trasformista che incombe per
il momento sul territorio costiero che nulla ha a che fare con la buona politica. Intesa che si regge su reciproche convenienze
che ha di fatto bloccato il processo di auto-riforma e di sviluppo
locale che il centro sinistra degli anni 2000-2008 ha saputo e voluto
promuovere. Un ottima ragione per votare i diversi protagonisti di quella
stagione ancora presenti in diverse liste.
Antonacci
Si è presentato all’opinione pubblica con lo slogan “territorio e coerenza,
senza pauraâ€. Allo stato non è dato sapere con quale agenda si presenta se
tralasciamo il tentativo banale del richiamo alla doppia appartenenza: guglionesana (senza chiarire per chi e per che cosa?) ed al centro destra
(confermando un'adesione a prescindere...),
sostenendo la necessità di combattere dall’interno. Un’ammissione esplicita del
fallimento politico del berluscon-iorismo?
Un confronto equilibrato tra i due fa emergere e fa risaltare il coraggio (vero)
e la lucidità di Marcantonio, unico candidato del PD basso molisano ad aver
assunto una posizione di netto contrasto e chiesto il consenso su una
problematica decisiva.
Per contro, non avendo altro materiale a disposizione, viene spontaneo
chiedersi: territorio e coraggio, rispetto a cosa e rispetto a chi? Senza Paura:
di chi e di cosa? Basta essere guglionesano per chiedere un voto utile?
Rappresentare gli interessi di Guglionesi implica ben altre idee, bel altro
coraggio, ben altri comportamenti. Qualcuno che anni fa, in occasione di una
manifestazione contraria all’insediamento della centrale turbogas, ha inteso
rappresentare gli interessi di Guglionesi utilizzando la fascia di
rappresentanza è stato ingiustamente ed inutilmente redarguito da consigliere di
minoranza. Una volta tanto quel consigliere rinunciando alla doppia morale cui
ci ha abituato consigliasse un uso più corretto della fascia di rappresentanza.
Quella fascia appartiene a tutti. Non ad un partito o ad una lista.
