BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


6/10/2014 ● Politica

Il prestigiatore


  Lorenzo Major ● 1166


Si sta parlando insistentemente della riforma del famigerato articolo 18 e più in generale della riforma del lavoro. Il presidente del Consiglio ne sta facendo una battaglia di principio, mettendosi contro soprattutto una parte del suo partito nonché le sigle sindacali di riferimento governativo la cosiddetta triplice. La giustificazione della riforma è che l'articolo 18 ostacola gli investimenti e perciò bisogna demolirlo per far posto agli "investitori" di modo che l'Italia diventi a tutti gli effetti un Paese super capitalistico, dove gli utili rimarranno nelle tasche degli investitori e le perdite (causate da chi?) saranno a carico della collettività. Ora è vero che spesso lo statuto dei lavoratori ha difeso dipendenti indifendibili, questo grazie alla discrezionalità dato ai magistrati, ma ciò non vuol dire abolirlo ma semplicemente riformarlo togliendo ai giudici la discrezionalità.
Un'altra proposta che fa rumore è il TFR in busta paga, circa 100 euro al mese in più per rilanciare i consumi, e aggiungo io, restare in futuro senza soldi. Il TFR merita un ragionamento particolare, infatti non è solo un risparmio forzato che il dipendente avrà alla fine del rapporto di lavoro, ma è di fatto un finanziamento all'azienda e come tale deve essere visto, infatti quei soldi al pari dei soldi degli "investitori" concorrono alla formazione del capitale dell'azienda e perciò usati dall'azienda per trarne profitto, ma il profitto va nelle tasche dei soli "investitori" che dirigono l'azienda senza rendere conto a chi ha pur messo capitali nelle casse dell'azienda. Immaginate se si riformasse l'dea dell'azienda dove il dipendente in funzione del TFR versato partecipasse sia agli utili che alla direzione dell'azienda, vi pare che servirebbe l'articolo 18! Vi sembra possibile che un dipendente licenzi un suo collega? Ancora ci sarebbero tanti assenteisti se il dipendente sa che la produttività porterebbe utili anche a lui. Certo una rivoluzione del genere fiaccherebbe il potere sindacale sia da parte dei dipendenti che da parte datoriale, immaginate la FIAT dove MARCHIONNE non prenderebbe ordini solo dalla famiglia Agnelli ma anche dai rappresentanti dei lavoratori che siederebbero nella direzione dell'azienda. Pensate che rivoluzione sarebbe per tutte quelle aziende che vorrebbero delocalizzare e troverebbero il diniego di una parte degli amministratori eletti dai dipendenti in funzione di finanziatori dell'Impresa? Bene anche a questo doveva servire il TFR e se di riforma si deve parlare si iniziasse da qui, ci sarebbero sicuramente più soldi nella busta paga i consumi tornerebbero a crescere e ci sarebbe meno conflittualutà, e forse i sindacati tornerebbero a fare il loro mestiere.





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