BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


27/10/2014 ● Cultura

Sociale e lavoro, Santella: "Cambiare, prima di essere costretti a cambiare"


  Diocesi Termoli-Larino ● 1453


Nella precarietà la speranza: 3 giorni di intenso lavoro, dal 24 al 26 ottobre 2014 a Salerno, organizzati dalla Commissione per il laicato, dalla Commissione per la famiglia e la vita e dalla Commissione per i problemi sociali e il lavoro della CEI. Dibattiti, relazioni, workshop e testimonianze, nello splendido scenario del Golfo di Salerno, per fare il punto della situazione e lanciare iniziative percorribili, per tentare di rispondere al dramma della precarietà giovanile e non solo. Il tutto sotto l’imperativo che ha dominato la tre giorni: il cambiamento, negli scenari e negli stili di vita da un lato; e nell’approccio al problema del lavoro, fino alle politiche del lavoro dall’altro.

Impossibile sintetizzare quanto emerso nelle varie sessioni di lavoro (i cui atti saranno pubblicati sul sito http://www.chiesacattolica.it, nella pagina dedicata all’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro), cui hanno partecipato 400 delegati di 118 diocesi, tra cui 7 vescovi e 80 sacerdoti. Vale tuttavia la pena riprendere a caldo alcune suggestioni, utili anche alla riflessione all’interno della nostra Diocesi.

Accanto ad un tasso di disoccupazione giovanile che sfiora il 45%, ci sono, in Italia, decine di migliaia di posti di lavoro che ogni anno restano scoperti per mancanza di professionalità (mancano addetti in alcuni settori dell’artigianato, dei servizi socio-sanitari, dell’agricoltura, diplomati commerciali e tecnici, installatori di impianti idraulici, camerieri, oltre che progettisti meccanici ed elettronici). Questo dato ci suggerisce un primo cambiamento possibile: abbandonare l’idea della laurea ad ogni costo, inseguita a prescindere dalle reali possibilità di sbocchi occupazionali. Per far questo c’è un altro cambiamento che viene prima di qualunque scelta: la riscoperta del lavoro come “bene sociale”, dove l’uomo impara il valore del denaro, l’uso del tempo, il rapporto con gli altri. Di qui l’importanza di tutte quelle iniziative (e da noi gli esempi non mancano) che facilitano l’incontro del giovane con il mondo del lavoro, senza temere di esporre il giovane ai problemi tipici del lavoro (difficoltà relazionali, rischi di sfruttamento, ecc.), poiché proprio l’affronto di queste criticità, se opportunamente accompagnate, sono il primo vero momento di crescita e di maturazione del giovane.

Di cambiamento ormai irrinunciabile ha parlato anche il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, nell’incontro di sabato 25. Il Ministro ha denunciato l’eccessiva invasività di uno Stato che ha indebolito le responsabilità individuali, e con essi la sussidiarietà, identificando erroneamente con “pubblico” tutto ciò che è statale. Dall’altro, ha poi sottolineato Poletti, non è più concepibile parlare di lavoro, continuando a identificare l’impresa solo come luogo di sfruttamento del lavoratore. Infine il duro affondo contro gli egoismi corporativi che, sfruttando una politica connivente ed interessata, hanno portato, negli ultimi 40 anni, ad un eccesso di privilegi per tante categorie oggi superprotette (si pensi al fenomeno dei baby pensionati, all’orario di lavoro che nel pubblico impiego è inspiegabilmente ridotto, rispetto a quello delle aziende private ecc), oltre che ad un debito pubblico che lascia pochi margini di manovra. Tutto questo pesa oggi come un macigno sulle nuove generazioni, che rischiano di non aver accesso neanche ad una parte di quelle garanzie.

Imprescindibile il ruolo, da sempre ritenuto fondamentale dalla Chiesa, dei corpi intermedi. In tale contesto si colloca l’intervento di domenica 26, dei rappresentanti delle maggiori organizzazioni cattoliche, che attraverso il racconto delle varie iniziative messe in campo, hanno offerto un vasto panorama di buone pratiche, nell’impegno a fianco di giovani e famiglie per il futuro del nostro Paese.

Acli, Coldiretti, Compagnia delle Opere, Confartigianato, Confcooperative, Forma, Gioc, Mcl e Mlac, le sigle che si sono succedute sul palco. Tantissime le attività e i progetti presentati nei più svariati settori: vale la pena citare i servizi di patronato e il lavoro con gli immigrati raccontati da Gianni Bottalico delle Acli; l’impegno nel settore dell’agricoltura di Coldiretti, che vede il ritorno all’agricoltura di tanti giovani; i laboratori sperimentali per insegnare un lavoro raccontati da Confartiginato; il variegato mondo delle cooperative di Confcooperative, uno dei pochi settori che non conosce crisi occupazionale; l’importanza dei percorsi di obbligo formativo, che dal 2002 al 2014 hanno visto incrementare il numero degli iscritti da 23.500 a oltre 300.000, che consentono di conseguire una qualifica, con possibilità di occupazione addirittura maggiore dei loro coetanei diplomati, come confermato da Paola Vacchina di Forma.

A suggellare il tutto, l’annuncio, dato da Mons. Fabiano Longoni, di un protocollo di Intesa tra Il Ministero del Lavoro e Il Progetto Policoro, per aprire ad una collaborazione sul programma Garanzia Giovani.

Prima delle conclusioni, affidate a Mons. Domenico Sigalini, presidente della Commissione per il laicato, Mons. Giancarlo Bregantini ha invitato tutti a raccogliere le tante suggestioni del dibattito, rimettendo al centro dell’attenzione anche il tema degli immigrati e dei carcerati, la bellezza del lavoro manuale, l’importanza di aiutare le aziende a credere nei giovani, a sostenere i centri di ascolto, e ad incentivare i percorsi di alternanza scuola-lavoro.

Nelle sue conclusioni Mons. Sigalini ha ribadito con forza che il vero umanesimo che vogliamo difendere e promuovere è l’uomo che lavora e fa famiglia. E’ la famiglia in quanto tale, e non come somma dei singoli componenti, quella che deve essere al centro delle politiche di welfare. Da qui anche una serie di proposte operative:

- una task force per vigilare sulla programmazione regionale in tema di politiche - sociali e del lavoro;
- incentivare i percorsi di educazione al lavoro;
- un micro-credito per il primo figlio (una sorta di start up per la famiglia);
- la progettazione di interventi capillari in risposta ai bandi regionali, dove i vari soggetti presenti nella varie diocesi si pongano come soggetti privati per gestire direttamente i fondi.

Pasquale Santella
Direttore Ufficio per i problemi sociali e il lavoro – Diocesi Termoli-Larino





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